Questo articolo è stato precedentemente pubblicato in inglese il 2 febbraioo 2017
La Corte Costituzionale il mese scorso ha annullato parti della della legge elettorale del 2015, conosciuta sotto il nome “Italicum”. Tuttavia, anche senza queste sezioni, in particolare la disposizione per un secondo voto, nel caso nessun partito raggiunga il 40 per cento dei voti per il Parlamento (il ballottaggio), la decisione della Corte del 25 gennaio ha stabilito che la legge, nel suo complesso, è ancora valida.
Questo ha scatenato una feroce discussione su elezioni anticipate. Beppe Grillo del MoVimento Cinque Stelle, la Lega Nord e anche Matteo Renzi, dimessosi da premier dopo il fallito referendum del 4 dicembre sulla riforma costituzionale, chiedono elezioni immediate.
“Basta melina”, ha detto Matteo Renzi nella sede del Partito Democratico (PD). “I partiti dicano subito se vogliono il confronto”.
Il PD sostiene il “Mattarellum” (una forma ibrida di rappresentanza proporzionale e il voto di maggioranza, che è stata in vigore dal 1993 al 2005). Oppure le elezioni dovrebbero tenersi secondo le leggi vigenti. Renzi si dichiara “soddisfatto, finalmente non ci sono più alibi”.
Però il presidente Sergio Mattarella esita. Il governo Gentiloni in carica, che Mattarella ha approvato in via provvisoria nel mese di dicembre e che ha la maggioranza in entrambe le camere, dovrebbe, ufficialmente, restare in carica fino al 2018, come la legislatura.
Gentiloni è l’ ex ministro degli esteri del governo Renzi e continua a fare affidamento su una coalizione fra PD e la destra del Nuovo Centro-Destra (NCD), essenzialmente continuando le politiche di Renzi a favore dell’UE e delle banche.
Mattarella non ha interesse a tenere elezioni anticipate, sia sotto il Mattarellum (che egli stesso aveva progettato 25 anni fa), che sotto l’Italicum.
Con l’Italicum modificato, il vincitore delle elezioni andrebbe a ricevere la maggioranza se hanno raggiunto il 40 per cento dei voti, risultato molto insolito per l’Italia. Quello che è molto più probabile è che la maggioranza netta, voluta dalle grandi imprese, dalle banche e dall’UE non sarà il risultato delle elezioni.
Mattarella insiste sul fatto che le elezioni avvengano solo se c’è una legge elettorale uniforme, che venga applicata ad entrambe le camere del parlamento. Questo non è ancora il caso, anche dopo la recente sentenza della Corte Costituzionale. L’Italicum si applica solo alla Camera dei Deputati e non al Senato, che, sotto la riforma costituzionale di Renzi, stave per essere abolito come organo eletto. Il referendum del 4 dicembre è fallito, e così il Senato rimane. Da allora, alle due camere, vengono applicati sistemi elettorali differenti.
Il governo deve ora elaborare una nuova legge elettorale, che deve essere approvata da entrambe le camere, questo potrebbe richiedere mesi. Il testo delle argomentazioni alla base della sentenza della Corte Costituzionale verrà rilasciato solo nella seconda metà di febbraio.
Crisi bancaria e la polarizzazione sociale
Mattarella ha parecchi motivi per ritardare nuove elezioni. Il governo è sotto pressione da parte dell’UE e ha disperatamente bisogno di tempo, per mettere sotto controllo l’acuta crisi bancaria.
Le banche italiane sono gravate da una gigantesca montagna di crediti in sofferenza e rischiano di trascinare l’UE e l’euro nella crisi. Alla fine di dicembre, un programma di emergenza di sei mesi, con fondi statali, è stato approvato dalla UE, al fine di salvare la terza più grande banca d’Italia, il Monte dei Paschi di Siena, dal tracollo.
E mentre venti miliardi di euro di denaro dei contribuenti vanno alle banche, la situazione sociale della popolazione lavoratrice continua a deteriorare. Un’ondata di fallimenti aziendali, la disoccupazione giovanile al 40 per cento, il mantenimento delle misure di austerità e le continue devastazioni del sociale, da parte del governo, sono sempre più rivolti contro la classe lavoratrice.
I lavoratori sono arrabbiati e amareggiati per la situazione attuale. Ai primi di dicembre, un sondaggio Ipsos ha rilevato che oltre l’80 per cento della popolazione è insoddisfatta della situazione economica. Il “no”, al referendum del 4 dicembre, è stato un chiaro rifiuto della politica del governo e dei diktat di austerità dell’Unione Europea.
Nelle ultime settimane, nuovi terremoti e condizioni invernali estreme hanno aggravato la miseria sociale. Il 18 gennaio, una devastante valanga ha sepolto il Berghotel di Rigopiano al Gran Sasso. C’erano 40 persone nell’edificio, che è stato sepolto sotto la valanga e perfino spostato di diversi metri. Due persone sono sfuggite per caso e nove sono state salvate, ma 29 persone sono morte.
La tragedia ha scatenato un’enorme rabbia pubblica perché il soccorso è stato gravemente ritardato ed è avvenuto, in concreto, solo dopo giorni.
Le morti avrebbero potuto essere evitate, e gli ospiti e il personale avrebbero potuto essere salvati; allarmati dagli avvisi di terremoto, avevano già imballato le valigie mezza giornata prima del disastro ed erano pronti a partire. Ma non sono stati evacuati perché lo spazzaneve richiesto tardava a venire. Anche quando la valanga è venuta giù per la montagna, le chiamate di emergenza sono state ignorate. La prefettura ha risposto scrollando le spalle e ha sprecato ore vitali.
Ultimamente è venuto alla luce che l’albergo di lusso era stato costruito illegalmente, sul ghiaione lasciato da una valanga precedente.
Solo pochi mesi fa, una causa contro l’ex gestore di un albergo per “attività di costruzione illegali e corruzione” è stata interrotta. Se le autorità preposte avessero agito, non sarebbe stato permesso a nessuno di rimanere lì, e nessuno sarebbe caduto vittima della valanga.
Per settimane, l’ Abruzzo è stato coperto da neve intense. Ci sono ancora ulteriori scosse di terremoto. In agosto e ottobre due terremoti devastarono la zona. Da allora, migliaia di persone hanno dovuto vivere in alloggi temporanei inadeguati. Un’interruzione di corrente, che ha colpito 300.000 persone, per giorni le ha lasciate al buio e al freddo nei contenitori d’emergenza; almeno due pensionati sono morti dal freddo.
Tutti questi eventi stanno peggiorando la miseria sociale. Per anni, larghe sezioni della classe lavoratrice e dei giovani si sono allontanate dai partiti ufficiali. In mancanza di è un partito dei lavoratori, che si batta per un programma rivoluzionario internazionale, solo i partiti che sostengono un nazionalismo aggressivo alla Trump stanno guadagnando terreno.
Beppe Grillo prende posizione a favore di Donald Trump
In linea di principio questo si applica a tutto il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo. Secondo un sondaggio Ipsos del 13 gennaio, il Movimento Cinque Stelle, con il 30, 9 per cento di favorevoli, ha sorpassato il PD, che ha il 30, 1 per cento (mentre sia la Lega Nord che Forza Italia hanno registrato solo il 12 per cento delle preferenze).
Grillo ha vigorosamente attaccato gli altri partiti dicendo che stanno deliberatamente ritardando le elezioni fino a settembre, perché i loro nuovi parlamentari saranno in grado di rivendicare la pensione solo dopo settembre. Grillo ha inoltre detto che l’attuale maggioranza di governo “ha creato il peggior caos istituzionale da sempre” e che elezioni immediate dovrebbero essere tenute in base alla legge vigente. Avrebbe anche personalmente garantito che il Movimento Cinque Stelle supererà l’ostacolo del 40 per cento.
Dal momento che Donald Trump è entrato in carica, Grillo ritiene il proprio destino in ascesa. Poco dopo la vittoria elettorale di Trump, ha dichiarato sul suo blog che Trump aveva proclamato “un vaffanculo generale”. In un’intervista pubblicata il 22 gennaio per il Journal du Dimanche francese. Grillo ha elogiato il nuovo presidente degli Stati Uniti e sostenuto le sue politiche in vari punti, e ha definito il “bilancio europeo” un “completo fallimento”.
“Sono molto ottimista”, ha detto Grillo quando gli venne chiesta cosa pensasse di Trump. Grillo ritiene che Trump stia dicendo “cose sensate, per esempio, circa la necessità di riportare nuovamente l’attività economica all’interno degli Stati Uniti... Le grandi aziende non andranno più in Messico, ma rimarranno negli Stati Uniti, ricevendo sgravi fiscali... sta rilanciando le piccole e medie imprese e ritirerà l’esercito americano, di stanza in tutti e quattro gli angoli del mondo. Sono d’accordo con tutto questo”.
Grillo ha detto che sotto Obama, la politica estera è stata “un disastro. Se Trump vuole avvicinarsi a Putin e rimettere le cose in ordine, egli merita il nostro sostegno. Due giganti che si parlano, questo è il sogno di tutto il mondo!”
Chiaramente, Grillo è disposto a servire Trump in qualità di alleato contro l’UE. Questo rafforza la crisi del governo italiano e dell’Unione Europea, e aggrava la minaccia di guerra.