Questo articolo è stato precedentemente pubblicato in tedesco il 14 gennaio 2017 e in inglese il 16 gennaio 2017
Il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, al suo ritorno dalle vacanze di Natale, ha annunciato che i 17 deputati del partito al Parlamento europeo avrebbe lasciato il gruppo euro scettico (anti-Unione Europea) per unirsi ai liberali pro-europeisti.
La mossa, che era evidentemente stata concordata con il leader del gruppo parlamentare liberale, Guy Verhofstadt, ha sorpreso sia gli alleati che gli avversari di Grillo. L’Europa della Libertà e Democrazia Diretta (EFDD), al quale il Movimento 5 Stelle (M5S) di Grillo ha finora aderito, è guidata dall’ex capo del Partito per l’Indipendenza del Regno Unito, Nigel Farage, che ha sostenuto un ruolo di primo piano nella campagna sul voto britannico per lasciare l’Unione Europea (UE); per contro, Verhofstadt, ex primo ministro del Belgio, è un entusiasta sostenitore dell’UE e capo negoziatore per il Parlamento europeo nei colloqui Brexit.
Il partito di Verhofstadt ALDE (Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l’Europa) è dichiaratamente neoliberale. Esso comprende i tedeschi FDP (Partito Liberale Democratico Tedesco) con l’Unione degli Elettori Liberi (FW), i liberaldemocratici di Gran Bretagna, i francesi MoDem e il Parti Radical/Unione dei Democratici Indipendenti, e la destra spagnola di Ciudadanos. ALDE sostiene gli accordi commerciali internazionali come il Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP), ai quali Grillo presumibilmente si opponeva. Gli ex primi ministri Romano Prodi e Mario Monti appartenevano all’ALDE; entrambi, per conto dell’UE, hanno attuato drastiche misure di austerità in Italia.
L’8 gennaio, Grillo ha permesso ai membri del partito di votare online sul sorprendente cambiamento, che, senza discussione interna, è stato approvato con il 78, 5 per cento dei voti.
In una lettera a Farage, Grillo ha sottolineato il cambiamento: “Tu hai ottenuto la vittoria della battaglia principale di UKIP: l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Un risultato epocale che non sarebbe mai arrivato senza la tua leadership. E sono felice che sia arrivato tramite un referendum, massima espressione della volontà popolare. Il MoVimento 5 Stelle invece la sua battaglia deve ancora vincerla e abbiamo valutato di andare in un altro gruppo politico in Parlamento Europeo perchè riteniamo di poter affrontare con più concentrazione entrambi, noi e voi, le prossime sfide.” Questo potrebbe accadere con la partecipazione a un raggruppamento parlamentare europeo più grande, piuttosto che con l’adesione al gruppo EFDD, “che ha perso la sua dinamica” e che l’UKIP lascerà ben presto.
Ovviamente ci devono essere stati un po’ di mercanteggiamenti dietro le quinte con Verhofstadt: il 17 gennaio, i “Grillini” avrebbero dovuto sostenere l’elezione di Verhofstadt a presidente del Parlamento europeo e avrebbero anche potuto nominare un candidato alla vicepresidenza. In cambio, il gruppo ALDE avrebbe reso certo che i deputati europei del M5S avrebbero continuato a godere dei finanziamenti, delle posizioni parlamentari e delle opportunità che sono legate all’appartenenza al gruppo parlamentare.
Ma i patteggiamenti si sono ridotti a nulla: all’ultimo momento, Verhofstadt ha sbattuto la porta in faccia a Grillo. Il 9 gennaio, il comitato esecutivo ALDE ha rifiutato di dare il suo sostegno all’accordo. In una discussione su Skype i deputati di Grillo si sono rivolti a Farage, che ha organizzato il loro rientro nel gruppo euroscettico, tuttavia senza il leader del gruppo, David Borrelli, che è stato costretto a rinunciare al suo seggio al Parlamento europeo.
Sul suo blog, Grillo ha denunciato la “meschinità” di Verhofstadt, scrivendo: “Verhofstadt, che oggi si propone come negoziatore per la Brexit dovrebbe solo vergognarsi, perché da meschino si è piegato alle pressioni dell’establishment”. Poi, da vero demagogo, ha scritto: “L’establishment ha deciso di fermare l’ingresso del MoVimento 5 Stelle nel terzo gruppo più grande del Parlamento Europeo. [Questa posizione ci avrebbe consentito di rendere molto più efficace la realizzazione del nostro programma.] Tutte le forze possibili si sono mosse contro di noi. Abbiamo fatto tremare il sistema come mai prima”.
I media, per contro, hanno interpretato il fallito volta faccia di Grillo al Parlamento europeo come un tentativo di avvicinarsi all’establishment e presentare i “Grillini” come potenziali partner nel governo europeo.
Secondo la zurighese Tages-Anzeiger, Grillo ha voluto “dimostrare che il M5S non è lo spettro che si crede sia in molte capitali europee... Ovviamente il M5S non può più essere visto soprattutto come movimento populista e anti-sistema, ma come una forza politica che vuole esercitare la sua influenzare comunitaria ragionevolmente e in modo costruttivo”.
In Austria Die Presse ha scritto, “Il Movimento 5 Stelle, fino ad oggi caratterizzato principalmente dai suoi schiamazzi, avrebbe volentieri adottato un’immagine più seria, tramite l’alleanza con ALDE; perché i Grillini vogliono partecipare al governo europeo”.
Le speranze del M5S si basano sui sondaggi d’opinione di dicembre 2016, che mostravano un aumento del supporto per il movimento di Grillo. Quando il 4 dicembre il referendum costituzionale sostenuto dal governo Renzi è fallito malamente, con quasi il 60 per cento di voti contro di esso, gli osservatori generalmente avevano individuato il M5S come principale beneficiario del risultato. Grillo aveva chiesto elezioni anticipate e apertamente speculato sulla possibilità di sconfiggere i Democratici di Matteo Renzi.
Il rifiuto dell’ALDE a Strasburgo è la seconda battuta d’arresto subita di recente da Grillo. A metà dicembre, a Roma è esploso uno scandalo di corruzione che coinvolge il sindaco M5S, Virginia Raggi.
A Roma, il M5S, che era iniziato come un partito di protesta del diffuso malcontento della piccolo-borghesia, si è dimostrato sempre più essere uno strumento della destra, del dominio borghese contro la classe lavoratrice. Il tentativo del M5S di entrare a far parte di un gruppo parlamentare neoliberista nel Parlamento europeo ovviamente non è stato casuale.
Il partito ha perfettamente esposto il marciume del suo carattere politico nella capitale: si è dichiarato pronto a imporre un drastico programma di austerità a dipendenti comunali e residenti. In precedenza, i controllori finanziari avevano respinto le proposte di bilancio della città. Raggi adesso deve presentare un nuovo bilancio, entro il 28 febbraio. Deve prendere provvedimenti per ridurre i livelli di debito, rimessa obblighi, vendere proprietà della città e risparmiare, risparmiare, risparmiare...
Grillo, commentando la crisi nella capitale, ha affermato: “Noi combatteremo con le unghie e con i denti perché Roma cambi”. Nel contesto della situazione della capitale questa è stata un’esplicita dichiarazione di guerra contro i lavoratori della raccolta rifiuti, gli spazzini, i conducenti di bus e tram, le assistenze sociali e i residenti di Roma, che dipendono dalle infrastrutture e dai servizi sociali.
Quando nelle elezioni parlamentari del 2013 il Movimento Cinque Stelle si era assicurato un quarto dei voti, il WSWS aveva messo in guardia che il movimento di Grillo era opposto agli interessi della classe lavoratrice. “il programma di Grillo è in netto contrasto con gli interessi di classe di quelli che sono caduti vittima dei suoi appelli populisti; essi saranno presto confrontati con la realtà del suo programma reazionario di destra… Sotto l’apparenza della lotta contro la corruzione, la burocrazia e i monopoli, questo programma propone un attacco storico contro i lavoratori e l’intera struttura dello stato sociale del dopoguerra”.
Grillo aveva già messo in chiaro queste politiche nel suo blog alcuni anni fa: nella sua offensiva contro “gli sprechi”, esigeva un attacco alle conquiste sociali della classe lavoratrice italiana. Ha cercato di mettere i giovani disoccupati e precari contro lavoratori meglio pagati e statali. Ha creato una divisione tra due blocchi: il blocco A, fatto da “milioni di giovani senza un futuro, con un lavoro precario o disoccupati…” e il blocco B, costituito da una gran parte di dipendenti statali, da chi ha una pensione superiore ai 5000 euro lordi mensili. Ogni mese lo Stato deve pagare 19 milioni di pensioni e 4 milioni di stipendi pubblici. Questo peso è insostenibile”.
Grillo avanza un programma nazionalista, incita contro gli immigrati e sostiene l’apparato statale di repressione. Sul suo blog ha recentemente elogiato con effusione i poliziotti da Milano che hanno sparato ad Anis Amri, sospettato dell’attacco al mercato di Natale a Berlino. Nello stesso blog, ha proposto una rinegoziazione degli accordi di Schengen e Dublino e di stabilire un database sugli immigrati. Ha comparato l’Italia e l’Europa a un colabrodo penetrabile da qualunque immigrate, esigendo che “Adesso è il momento di agire e proteggerci”. Ha chiesto la deportazione immediate di tutti gli immigrati illegali.
Il carattere di destra del M5S sta diventando sempre più evidente. Ciononostante, esso continua ad avere una base di sostegno nel Paese. Ciò è dovuto in non piccola parte all’evoluzione verso destra delle organizzazioni di pseudo-sinistra in Italia. Molti ex sostenitori di Rifondazione sono entusiasti per l’ascesa di Grillo. Dopo aver sostenuto per 25 anni il campo borghese di “sinistra”, ora sono pronti a unirsi apertamente al movimento di destra di Grillo.
Eleonora Forenza, candidata Lista Tsipras del gruppo Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica (GUE/NGL) per la presidenza al Parlamento europeo, ha dichiarato: “Io penso, per dirla con Gramsci a proposito del senso comune, che i 5 stelle siano un fenomeno contraddittorio. Sarebbe sbagliato da parte della sinistra non rivolgersi al popolo che vota 5 stelle. In quella contraddizione noi dovremmo svolgere un lavoro politico”.
Lo storico Aldo Giannuli, che in precedenza ha commentato in vari articoli per Il Manifesto, Liberazione e L’Unità, lo scorso settembre ha dichiarato con entusiasmo, “La sinistra, il M5S ed il Sistema politico: ringraziate il cielo che c’è”. Anche se ne ha riconosciuto “la gran quantità di errori, sciocchezze, ritardi, omission che il M5S va facendo”, ha affermato che solo con il M5S sarebbe possibile combattere il populismo di destra, vale a dire il Front National francese, il tedesco Alternativa per la Germania, il partito Veri Finlandesi, Donald Trump negli Stati Uniti e la Lega Nord in Italia.
A settembre 2016, Giannuli scriveva: “Nel complesso, il M5s è l’unico ad avere una percentuale così elevata che dura nel tempo”. Ha notato che molti nel M5S provengono da Rifondazione, dal SEL (Sinistra Ecologia Libertà, guidata da Nichi Vendola) oppure dai democratici. Giannuli ha informato i lettori del suo blog che aveva votato per il M5S.