Questo articolo è stato precedentemente pubblicato in inglese il 10 dicembre 2016
La Banca Centrale Europea ha respinto la richiesta di rinviare la data di scadenza del salvataggio del Monte dei Paschi di Siena, terza più grande banca italiana, da parte del settore privato, rendendo più probabile un piano di salvataggio da parte del governo, con l’imposizione di gravi perdite a piccoli investitori e obbligazionisti.
Il Monte dei Paschi di Siena aveva inviato una richiesta al consiglio di sorveglianza della BCE, chiedendo una proroga fino al 20 gennaio dei rimborsi dovuti, onde avere più tempo per reperire i 5 miliardi di euro necessari per avviare la manovra di salvataggio.
Questa manovra di salvataggio, che si imperniava su un’iniezione di circa € 2 miliardi di fondi da parte del sovrano del Qatar e su una serie di complesse ristrutturazioni dei debiti tramite equity swaps (conversione di bond subordinati in azioni), avrebbe dovuto svolgersi questa settimana; ma lo schiacciante “no” al referendum di domenica scorsa e le conseguenti dimissioni del primo ministro Matteo Renzi hanno gettato il piano di salvataggio nel caos; il Qatar ha fatto sapere che non avrebbe effettuato il previsto investimento fino a quando avesse avuto chiarezza sulla formazione del nuovo governo.
Secondo un rapporto dell’agenzia Reuters e successive relazioni di Financial Times e The Guardian, il consiglio del Meccanismo Unico di Controllo della BCE, incaricato delle regolamentazioni della bancaria europea, ha respinto nella riunione di ieri la richiesta dello slittamento della data di scadenza per il Monte dei Paschi.
La BCE e il ministero del tesoro italiano finora hanno rifiutato di commentare, ma la compravendita delle azioni del Monte dei Paschi di Siena è stata sospesa, dopo un’ulteriore perdita del 10 per cento del loro valore. Secondo i media italiani, Monte dei Paschi di Siena ha tenuto una riunione di emergenza del consiglio di amministrazione e sarà impegnato in colloqui con il governo, durante il fine settimana.
Citando “persone informate delle deliberazioni”, il Financial Times ha detto che il consiglio di sorveglianza aveva rifiutato la richiesta, temendo che “se i problemi del Monte dei Paschi di Siena sono lasciati irrisolti, ciò potrebbe portare a una crisi generale del sistema bancario italiano.”
La decisione della BCE rende quasi certo che il governo dovrà organizzare una qualche forma di piano di salvataggio. Tuttavia, secondo le norme dell’Unione Europea entrate in vigore quest’anno, qualunque iniezione di fondi statali dovrebbe essere preceduta dalla imposizione di perdite ai creditori, in particolare ai piccoli investitori e ai privati.
Una mossa di questo genere sarà politicamente esplosiva.
I piccoli investitori, che spesso detengono depositi, rappresentano una gran parte degli obbligazionisti minori. Si stima che ci siano circa 40.000 famiglie che possiedono € 2 miliardi di obbligazioni investite nel Monte dei Paschi di Siena, attirati ad investire in questo modo dopo la crisi bancaria europea del 2011, essendo stati rassicurati della certezza che i loro investimenti fossero sicuri quanto un deposito.
Già l’anno scorso il “bail-in” di tali obbligazionisti in quattro banche minori, che sono poi fallite, ha causato un tumulto politico; un risparmiatore si suicidò in tale occasione. Qualsiasi operazione simile, effettuata per il Monte dei Paschi di Siena, avverrebbe su scala molto più grande e costituirebbe un tema importante durante la futura campagna elettorale, che si terrà in seguito alla caduta del governo Renzi e potrebbe incoraggiare un movimento per uscire dalla UE.
Sul blog del populista di destra Beppe Grillo è comparso un comunicato, emesso dei deputati europei del M5S, dichiarante che il Monte dei Paschi di Siena dovrebbe essere salvato solo tramite aiuto statale, per evitare le regole del “bail-in” che vanno a danno dei piccoli risparmiatori, come è successo un anno fa.
“Non è il momento di avere paura dell’Unione Europea e di una possibile procedura d’infrazione: le conseguenze di un bail-in disordinato sarebbero a dir poco disastrose, quasi apocalittiche considerando le dimensioni di MPS”, ha riportato il blog.
La dichiarazione, che è stato ripresa dal “Guardian” dichiara anche ” è il momento di sbattere i pugni sul tavolo di Bruxelles ... fregandosene del deficit.”
I colloqui tra Monte dei Paschi di Siena e il governo potrebbero risultare in un tentativo estremo di elaborare un piano di salvataggio, ma l’incertezza politica sulla composizione del nuovo governo e delle sue politiche rende improbabile la realizzazione dello stesso.
Mujtaba Rahman, capo del settore di valutazione dei rischi in questioni europee dell’agenzia Eurasia Group, ha detto al Financial Times che le istituzioni europee sono sempre state “scettiche” riguardo il piano di salvataggio di banche da parte del settore privato e che: “questo non implica solo un piano di ristrutturazione parziale, ma la possibilità di assicurarsi un investitore di ancoraggio è diventata molto meno probabile, date le dimissioni di Renzi e l’instabilità politica in corso a Roma”.
Sembra che le decisioni della BCE facciano parte di un piano più ampio per costringere il governo italiano, e le autorità finanziarie del paese, ad imporre una ristrutturazione di tutto il sistema bancario italiano, che è gravato, si stima, da circa € 360 miliardi di crediti irrecuperabili.
Reuters riporta che funzionari della BCE hanno espresso la speranza che la “ricapitalizzazione precauzionale” del Monte dei Paschi di Siena da parte dello stato italiano, cioè la ricapitalizzazione di un’istituzione ancora considerata solvente, aprirebbe la strada per simili iniezioni di fondi governativi ad altre banche afflitte da crediti inesigibili.
Secondo un funzionario anonimo della BCE, citato da Reuters, c’è consenso sul fatto che il Monte dei Paschi di Siena ha bisogno di una ricapitalizzazione. “Una volta che questo e stato fatto, la manovra potrebbe servire da modello per altre banche”.
Ma, come ha sottolineato il rapporto di Reuters, da quest’anno, un tale intervento dello Stato è diventato un “tabù politico”, visto che le nuove norme UE hanno stabilito l’effettuabilità solo dopo che venissero accollate le perdite prima a tutti gli investitori privati, compresi i piccoli investitori.
Qualunque sia l’esito dei colloqui e delle trattative nei prossimi giorni, avrà implicazioni di vasta portata per l’intero sistema bancario italiano. La prossima potenziale crisi riguarda UniCredit, la più grande banca italiana, e l’unico significativo istituto bancario globale del Paese.
Martedì prossimo UniCredit è pronta ad annunciare un piano per raccogliere € 13 miliardi di capitale, come parte dello sforzo per stabilizzare la propria situazione finanziaria; ma se il governo decide di intraprendere il piano di salvataggio del Monte dei Paschi di Siena, nei termini dettati dalla BCE, tali piani potrebbero essere messi in pericolo.
Secondo il Financial Times, banchieri di alto livello hanno dichiarato di temere che una “ricapitalizzazione precauzionale” del Monte dei Paschi di Siena metterebbe a repentaglio gli sforzi di UniCredit per raccogliere nuovi capitali.
Finora, i mercati finanziari europei sono rimasti stabili a fronte della crisi del Monte dei Paschi di Siena; ma esiste il potenziale per un cosiddetto “contagio”, a causa delle interconnessioni nel sistema bancario; per esempio: UniCredit possiede Hypovereinsbank, che è la quarta più grande banca della Germania, mentre la Banca Nazionale del Lavoro, ottavo più grande istutito finanziario d’Italia, è di proprietà della BNP Paribas, la più grande banca della Francia, e Cariparma, undicesima più grande banca d’Italia, è di proprietà del Credit Agricole, una grande banca francese.