Questo articolo è stato precedentemente pubblicato in inglese il 10 febbraio 2024
Venerdì è stato il terzo giorno consecutivo di scioperi spontanei e proteste dei metalmeccanici della storica fabbrica Stellantis Mirafiori, a Torino, in risposta alla minaccia di chiusura dello stabilimento. Le proteste sono iniziate al secondo turno di mercoledì, al termine di un'assemblea sindacale della FIOM-CGIL, quando l'amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares ha annunciato che gli stabilimenti di Mirafiori e Pomigliano d'Arco sono a rischio di chiusura.
Il passo successivo dell'azienda transnazionale è l'estensione della cassa integrazione a partire da lunedì prossimo, che ora durerà fino al 30 marzo, per 2.260 lavoratori. Le linee interessate producono la versione elettrica dell'iconica Fiat 500 e i modelli di alta gamma della Maserati.
Il timore che non si tratti di misure temporanee è più che giustificato. La mossa fa parte di un'accelerazione dei tagli di posti di lavoro in corso nell'industria automobilistica mondiale. All'inizio di febbraio, Stellantis ha già chiuso il terzo turno di lavoro presso lo stabilimento di Detroit Assembly Complex-Mack, affermando che i 2.455 licenziamenti sono solo temporanei. Centinaia di lavoratori sono stati licenziati anche presso il complesso di assemblaggio Jeep di Toledo, in Ohio, costretti a scegliere tra il trasferimento nelle fabbriche di altre città e la disoccupazione. Anche lo stabilimento francese Stellantis di Mulhouse sta pianificando il taglio di 600 posti di lavoro.
L'amministratore delegato di Stellantis Tavares, si è impegnato in una vera e propria estorsione nei confronti dei governi statali e nazionali dei paesi in cui l'azienda opera, chiedendo massicci incentivi per sovvenzionare la produzione di veicoli elettrici, in modo che l'azienda possa competere con l'industria automobilistica cinese in rapido sviluppo.
In una recente dichiarazione, Tavares ha incolpato il governo italiano per non aver fornito maggiori finanziamenti al nascente mercato dei veicoli elettrici, lanciando una minaccia non troppo velata di ridurre le attività dell'azienda nel paese: “Se non volete che i veicoli elettrici progrediscano, dovete solo interrompere i sussidi”, ha detto: “È evidente che il governo italiano ha fatto così: il mercato dei veicoli elettrici in Italia è molto, molto piccolo. È una conseguenza diretta del fatto che il governo italiano non sovvenziona l’acquisto di veicoli elettrici”.
C'è un'enorme rabbia repressa tra i lavoratori di Mirafiori. Uno di loro ha commentato sulla pagina Facebook della FIOM: “Noi siamo stati solo una goccia bisognerebbe bloccare autostrade tangenziali ecc ecc non basta scioperare fuori dalla fabbrica. Guarda quelli dei trattori [riferendosi alle proteste degli agricoltori]”. Un altro ha suggerito: “Bisogna bloccare tutto appena si presenta il signor tavares a Torino così si che gli dai fastidio”.
Un altro operaio ha commentato sul carattere sempre più precario di molti posti di lavoro: “Nel 2022 e 2023 i lavoratori lavoravano solo 7-8 settimane all'anno, nessuno ne parla. Si tratta di persone con problemi di salute, che vengono discriminate. Hanno il diritto di vivere e non di morire di fame!”.
In un'intervista, un operaio ha descritto come “ormai la situazione è veramente grave. Sono 17 anni di fila che facciamo cassa integrazione, la produzione è ai minimi storici, ormai siamo veramente stufi. Un'assemblea che doveva essere tranquilla si è trasformata in uno sciopero vero e proprio”.
Un esame del ruolo dell'establishment politico in Italia e delle burocrazie sindacali sottolinea ulteriormente la necessità per i lavoratori di mobilitarsi indipendentemente da tutte queste forze ostili.
Le recenti critiche del governo del primo ministro fascista Giorgia Meloni ai dirigenti aziendali di Stellantis non hanno nulla a che vedere con la difesa degli interessi dei lavoratori in Italia. Piuttosto, il governo Meloni sta cercando di convogliare una quota maggiore dei profitti di Stellantis, prodotti dai lavoratori dell'auto a livello globale, verso la classe dirigente italiana.
Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha dichiarato che Stellantis ha una struttura azionaria “sbilanciata, assolutamente non paritetica” tra i suoi azionisti francesi e italiani. In altre parole, finché il capitale italiano si occuperà dello sfruttamento dei lavoratori, tutto andrà bene.
La cosiddetta opposizione è pienamente d'accordo. Il segretario del Partito Democratico (PD) Elly Schlein ha lanciato un appello al governo Meloni affinché diventi azionista: “Tavares ha lanciato una sfida, il governo la raccolga e non faccia cadere la provocazione dell’Ad di Stellantis. Si prenda sul serio l'ipotesi di una partecipazione italiana a Stellantis che bilanci quella francese”.
Il sindacato FIOM-CGIL ha assunto un tono simile. Giorgio Airaudo, responsabile della CGIL della regione Piemonte dove si trova Mirafiori, ha anticipato l'impraticabilità del futuro dello stabilimento: “Per quanto sappiamo oggi, dal 2027 Mirafiori non avrà più prodotti. Se non arriveranno nuovi prodotti e non ci sarà un'inversione di tendenza sul mercato europeo, Mirafiori sarà ridotta al lumicino produttivo”.
Allo stesso modo, Samuele Lodi, segretario generale della CGIL, si è appellato al governo fascista di Meloni e a Tavares: “Dopo la richiesta congiunta di Fiom, Fim e Uilm di un incontro alla presidente del Consiglio e all’ad Tavares, le lavoratrici e i lavoratori chiedono di continuare a mettere in campo iniziative che spingano le istituzioni a tutelare produzione e lavoro”. Il segretario nazionale della FIOM Michele De Palma ha lanciato un appello simile per un incontro congiunto tra sindacati, governo e dirigenti di Stellantis.
I lavoratori di Mirafiori sanno bene cosa aspettarsi da un governo fascista ultranazionalista: fedeltà al grande capitale e repressione dei lavoratori. L'antenato politico della Meloni, Benito Mussolini, presiedette l'inaugurazione dello stabilimento nel 1939 davanti a 50.000 operai, che costrinsero il “Duce” a lasciare il palco dopo aver mostrato disprezzo per le sue parole.
Il governo Meloni sta portando avanti attacchi spietati alla classe lavoratrice e ai poveri e sta lavorando per garantire il mantenimento dei fondi per la guerra in Ucraina. Pochi giorni fa, il primo ministro è stato elogiato da tutti i leader europei per aver convinto il presidente ungherese Victor Orban ad accettare un fondo dell'Unione Europea per l'Ucraina. Mentre le risorse per guerre e genocidi non mancano, un intervento dello Stato italiano in Stellantis significherebbe solo la subordinazione dei lavoratori alle più dure misure di austerità in nome dell'“interesse nazionale”.
I lavoratori sanno anche cosa aspettarsi da Stellantis alla luce della sfilza di licenziamenti che stanno avvenendo praticamente in tutti gli stabilimenti del mondo. In base al capitalismo, il passaggio ai veicoli elettrici, come l'uso dell'intelligenza artificiale (IA), avverrà a spese dei lavoratori: catene di montaggio più sottili, forza lavoro ridotta e contratti flessibili sono già stati pianificati negli uffici aziendali di Stellantis.
Le burocrazie sindacali svolgono un ruolo cruciale nell'aiutare le aziende e gli stati capitalisti a imporre tagli ai posti di lavoro e attacchi al tenore di vita dei lavoratori. Tutti i lavoratori dovrebbero assimilare la lezione del contratto di svendita della United Auto Workers (UAW) dello scorso anno.
L'amministrazione del presidente della UAW Shawn Fain, autoproclamato “riformista”, ha orchestrato uno sciopero fraudolento, cosiddetto “stand-up”, che ha mantenuto la stragrande maggioranza dei lavoratori di Ford, GM e Stellantis sul posto di lavoro e ha prodotto profitti per le aziende. La leadership dell'UAW ha poi interrotto gli scioperi limitati dopo aver annunciato accordi provvisori con le aziende, prima di tenere le votazioni o di mostrare i contratti ai lavoratori.
Gli accordi - conclusi tra le aziende, l'apparato sindacale e il governo Biden alle spalle dei lavoratori - sono stati acclamati come “storici” e “salva-posti di lavoro” dalla leadership dell'UAW. Ma solo poche settimane dopo è iniziata un'ondata di licenziamenti in massa e di licenziamenti dei lavoratori temporanei.
“Dovremmo fare uno sciopero globale”
I lavoratori di Stellantis degli Stati Uniti hanno risposto con entusiasmo alla notizia degli scioperi in Italia. “I lavoratori italiani stanno dimostrando una vera solidarietà”, ha detto Hannah, una ex operaia della Warren Truck nella periferia di Detroit, che è stata una delle centinaia di lavoratori temporanei licenziati il mese scorso. “I lavoratori dello stabilimento Mirafiori cercano risposte e non ne ottengono dai leader sindacali, proprio come noi. Quindi, stanno prendendo in mano la situazione”.
Hannah, che è un membro del Rank-and-File Committee to Fight Job Cuts recentemente costituito, ha detto: “Quando ho pubblicato la notizia dello sciopero sulla nostra pagina Facebook, molti operai hanno messo “like” al post. Hanno postato risposte del tipo: 'Usciamo anche noi', 'Perché non siamo stati i primi ad uscire?' e 'Solo se mostriamo loro la nostra forza possiamo fare qualcosa'.”
“I sindacalisti dell'UAW dicono: ‘È una cosa che riguarda l'Italia, non ha niente a che fare con noi’. Beh... ti saluto... lavoriamo tutti per la stessa azienda! Dovremmo fare uno sciopero globale. È stata una scelta dei lavoratori in Italia quella di lottare, non dell'apparato. I funzionari dell'UAW cercano sempre di corteggiare gli iscritti con false speranze. Ma questi tagli ai posti di lavoro non sono solo minacce, stanno avvenendo ovunque e i lavoratori sono sul punto di prendere in mano la situazione anche qui”.
I lavoratori italiani, come i loro fratelli e sorelle negli Stati Uniti, sono pronti a lottare. Ma le burocrazie sindacali stanno limitando la lotta a ciò che è accettabile per Tavares e la fascista Meloni. Gli scioperi a catena di un'ora per tre turni consecutivi, invece di uno sciopero generale a oltranza, sono il tentativo dei sindacati di controllare una situazione che rischia di sfuggire alla loro morsa.
Non è mai stato così urgente che i lavoratori si mobilitino in modo indipendente sulla base dei loro interessi comuni come classe internazionale.
Una nuova forma di lotta globale è guidata dall'International Workers Alliance of Rank-and-File Committees (IWA-RFC), una rete di organizzazioni operaie militanti. L'IWA-RFC sta coordinando la lotta contro i tagli ai posti di lavoro e per gli interessi dei lavoratori al di là dei confini nazionali.